martedì 11 giugno 2013

sono cresciuta ma ancora non ho capito

Mi avevano raccontato che crescendo si diventa saggi, si capiscono molte più cose, si acquisisce la capacità di sintetizzare in modo costruttivo posizioni avverse mediando le necessità di tutti.
Perché capire è fondamentale, dicevano.
Mi sa che mi avevano preso per il culo.

A casa mia, giù in Sicilia in questi giorni si votava.
Campagna elettorale a tutto spiano, odi fomentati per ringalluzzire i propri followers (manco fossimo su Twitter a scambiarci battutine al vetriolo), calunnie, meschinità e colpi bassi.

Ma è davvero questo quello che siamo diventati, come nazione, come popolo?

Incapaci di comunicare, di discutere per il bene collettivo, trincerati dietro bandiere manco fossimo ultras.

Io ho seguito tutto da lontano, dalle chiamate Skype a casa e dai gruppi FB e ancora non riesco a capacitarmi di ciò che è accaduto a tutti i livelli: l'apatia imperante di molti e l'odio di chi è rimasto in trincea. 
Che non servono a nessuno e che di sicuro non risolveranno il problema.

A volte credo che siano i bambini e i ragazzi ad avere ragione, combattere e tirarsi i capelli ma senza farsi male mai veramente, facendo subito pace, cercando di risolvere sul serio.

Invecchiando si peggiora, evidentemente.


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